L’acqua torna potabile, ma chi l’ha inquinata?
NOVI LIGURE – Sono due le ipotesi che gli inquirenti stanno seguendo per capire cosa (e chi) abbia inquinato l’acquedotto di Novi. La prima è che qualcuno abbia approfittato della situazione per sversare nelle acque dello Scrivia sostanze inquinanti: una tesi che non viene sottovalutata dal comando provinciale dei Vigili del fuoco («Capita abbastanza spesso in questi casi»). La seconda è che l’autocisterna fosse divisa in più setti e trasportasse dunque diverse sostanze pericolose, per la precisione acquaragia e ossido di etilene (i due composti su cui inizialmente erano incerti i pompieri). Ma seguiamo la cronologia degli eventi. In seguito all’incidente di mercoledì pomeriggio, Arpa, Asl e Acos hanno iniziato una serie di campionature dell’acqua. Subito l’acquedotto novese non è risultato inquinato e l’amministrazione comunale ha tranquillizzato la cittadinanza. Soltanto 24 ore dopo l’accaduto è arrivato l’allarme. Così, nel pomeriggio di giovedì è stato interrotto il servizio di distribuzione idrica a scopo precauzionale. La città è stata, quindi, servita da cisterne di acqua potabile. Presso l’ospedale non si sono mai verificati problemi idrici, grazie al dirottamento delle pompe sul pozzo di via Gavi sulla Lomellina, sempre di proprietà di Acos. Le case di riposo e gli anziani in. difficoltà sono stati riforniti di sacchetti di acqua da due litri confezionati a Tortona. Il sindaco Lorenzo Robbiano ha spiegato che il collegamento tra l’incidente e l’inquinamento dell’acquedotto non è del tutto accertato: «Ci sono alcune cose che non tornano. In particolare, il fatto che le rilevazioni sospette siano arrivate soltanto nel pomeriggio di giovedì, ventiquattro ore dopo il tragico evento. In ogni caso l’ordinanza di non potabilità dell’acqua per scopi alimentari è stata soltanto una precauzione per la salute dei cittadini». Anche l’amministratore delegato di Acos, Mauro Dascenzi ha voluto sottolineare l’aspetto precauzionale della decisione della società: «Abbiamo deciso” di interrompere l’erogazione di acqua per alcune ore e poi di consigliare di non usarla per scopi alimentari, soltanto per un eccesso di zelo da parte nostra. I cittadini non hanno mai corso rischi». La situazione è andata lentamente migliorando e domenica intorno alle ore 12. 30, è stata revocata l’ordinanza. Dal Comando Provinciale dei Pompieri hanno spiegato che la connessione tra i due fatti è piuttosto improbabile: «L’acqua che esce dai nostri rubinetti viene pompata in falda e non in superficie, l’acquaragia trasportata dall’autocisterna è una sostanza galleggiante che non penetra in profondità. Inoltre si tratta di un composto infiammabile che è andato quasi completamente distrutto. Non ci sentiamo di escludere che qualcuno abbia deciso di approfittare della situazione per smaltire abusivamente materie inquinanti». In seguito all’accaduto, è stato presentato un esposto alla Procura. Il Comune di Novi ha fatto sapere che una volta accertate le responsabilità, si costituirà parte civile insieme a Gestione Acqua per un’eventuale richiesta di danni.