Corsi di nuoto per portatori di handicap

NOVI LIGURE- Dopo la prova dell’autunno scorso ritorna, a partire da marzo, “Acqua senza barriere”: il progetto di attività natatoria rivolta ai ragazzi dell’Anffas (associazione nazionale famiglie fanciulli subnormali) di Novi. Con questo iniziativa Aquarium spa, la società che gestisce la piscina coperta novese intende proporre una nuova forma di corsi di nuoto a favore dei portatori di handicap attraverso un programma di didattica natatoria personalizzata e accessibile alle diverse disabilità. “I corsi che attiveremo – dice il presidente di Aquarium Gianni Bellasera- si pongono l’obiettivo di fare acquisire ai partecipanti una adeguata familiarità con l’ambiente acquatico e apprendere , per quanto possibile, la tecnica del nuoto e, comunque, condividere con il gruppo dei compagni fasi di apprendimento, di un ordinato sviluppo psicofisico, di socializzazione e miglioramento personale”. I corsi prenderanno il via il prossimo mese di marzo e si concluderanno alla fine di aprile. Le lezioni si terranno nella fascia oraria mattutina e avranno la durata di 45 minuti. Gli utenti verranno divisi in gruppi rispettando le diverse capacità motorie. “I ragazzi dell’Anffas – continua Bellasera- saranno seguiti da personale qualificato e in possesso di brevetto di istruttore di nuoto rilasciato dalla Fin (federazione italiana nuoto)”. “Acqua senza barriere” vedrà anche la partecipazione del Comune di Novi che sarà impegnato ad acquistare gli spazi acqua da destinare agli utenti dell’Anffas. “Ritengo – sottolinea ancora Bellasera- che questa iniziativa sia importante a livello sociale, sulla scorta del successo che ha ottenuto lo scorso autunno la prova di tale progetto abbiamo deciso di ripeterla e, stiamo già valutando l’opportunità di proseguire anche ad ottobre e novembre prossimi. La piscina coperta è una struttura completa che sta riscotendo ampi consensi, questo per noi è uno stimolo per proseguire anche con attività come “Acqua senza barriere” per fare si che la piscina sia davvero uno spazio per tutti”. Tratto da “IL Secolo XIX” di Marzia Persi