NOVI LIGURE. Torna alla ribalta della cronaca la necessità urgente di ampliare la discarica com-prensoriale del Novese. Una situazione che coinvolge il centro zona, l’Ovadese e tanti piccoli Comuni della fascia collinare. Una realtà che sta diventando ogni giorno che passa più pressante, tanto che amministratori pubblici e Consorzio hanno scelto una sene di interventi per rilanciare rimpianto. E un primo passo si è già concretizzato. È stato approvato, infatti, il progetto di sopraelevazione della vasca, progetto che aveva avuto il via libera dalla Provincia di Alessandria già da tempo, con tutte le carte in regola, compresa la valutazione di impatto ambientale. La parte interrata della nuova vasca è già attiva. Ora la ‘Tecnowater” di Torino, azienda specializzata che ha vinto l’appalto con un ribasso d’asta del 19, 06%, provvederà alla realizzazione della soprelevazione. Il costo dell’opera si aggira intorno ai 700 mila euro. L’avvio dei lavori, che dureranno trentanove settimane, è previsto per la seconda settimana di febbraio. Dopo questo ulteriore ingrandimento della discarica, sarà possibile elevare la vasca ancora di un piano e questo ultimo intervento permetterà alla discarica di Novi, che si trova lungo la provinciale per Bosco Marengo ed è per dimensioni la più grande della provincia di Alessandria, di poter accogliere ancora rifiuti solidi urbani per un paio d’anni. La situazione smaltimento, tuttavia, è tutt’altro che risolta. L’emergenza rifiuti, infatti, è sempre dietro l’angolo. È necessario, quindi, operare oggi nel miglior modo possibile per evitare disastrose conseguenze un domani ormai prossimo. «La riduzione del conferimento è indispensabile perché se non si prenderanno decisioni adeguate sì rischia il collasso – aveva annunciato Oreste Soro, presidente del Consorzio servizio rifiuti (Csr), qualche tempo fa – E adesso una cosa è assolutamente certa: non abbiamo più la possibilità di rinviare le decisioni. Non si può più aspettare» Le alternative, a questo punto, sono ben poche: o ampliare le discariche già esistenti nell’Alessandrino, o crearne di nuove in altri Comuni della zona (i Comuni consorziati al Csr sono centosedici, gli impianti di smaltimento si trovano nel Tortonese mentre la discarica è a Novi). Oppure, discorso che torna puntuale a ogni momento di crisi, realizzare un termovalorizzatore. «Per quel che riguarda un impianto di questo tipo, oggi come oggi non ci sono prospettive concrete – commenta Soro – La discussione è aperta, ma la Provincia di Alessandria è ancora lontana da una decisione di questo tipo. Quindi, bisogna tenere in considerazione le altre due alternative, anche se da parte della Regione c’è l’intenzione di incentivare la filosofia della termovalorizzazione. Gli anni che abbiamo a disposizione sono pochi mentre le procedure per l’attuazione di entrambe le soluzioni sono assai lunghe Con la raccolta differenziata spinta in tutti i Comuni e queste modifiche alla nostra discarica riusciremo a contenere la mole di rifiuti che oggi viene conferita» II Decreto Ministeriale 36 ha stabilito che entro quest’anno nessuna parte biodegradabile potrà essere smaltita in discarica. E proprio per questo motivo i Comuni sono concordi sulla assoluta necessità di modificare la raccolta dei rifiuti. Nel 2006 le aziende pubblico-private che gestiscono nell’Ovadese, nel Novese e Tortonese già altri servizi di questo tipo (ovvero, Samo di Ovada, Acos spa di Novi e Asmt di Tortona) dopo aver trovato il loro partner privato hanno ottenuto la gestione diretta del servizio della raccolta differenziata, che è partito l’anno scorso in tutti i 116 Comuni appartenenti al Csr. MARZIA PERSI